Niente paura!

Ci sono persone che sembrano degne di fede, ma che insegnano false dottrine. Chi sono?
Nella “Lettera a Policarpo”, il grande sant’Ignazio di Antiochia, Dottore della Chiesa e martire, scrive: “Non ti spaventino quelli che sembrano degni di fede, ma insegnano false dottrine. Sta saldo, come l’incudine sotto il mantello. E’ proprio di un valoroso atleta essere bersagliato di colpi e vincere. Dobbiamo sopportare ogni cosa per Dio, perché anch’Egli a sua volta sopporti noi”.
Ci sono dunque persone che sembrano degne di fede, ma che insegnano false dottrine. Chi sono? Probabilmente coloro che si presentano come inviati da Dio, che parlano perché ne hanno ricevuto il compito istituzionale (vescovi e sacerdoti) oppure carismatico (persone che si dicono ispirate da Dio a vario titolo). Sembrano degne di fede, ma insegnano false dottrine.
Dobbiamo dunque guardare la dottrina, non la persona che si presenta con le carte in regola. La dottrina, quindi, bisogna conoscerla, per giudicare.
Anche in quegli antichi tempi vi erano persone che si facevano forti del loro ruolo per insegnare cose false; ebbene, sant’Ignazio scrive che non li dobbiamo temere, non dobbiamo avere paura di loro o timori reverenziali fuori luogo, perché la saldezza della dottrina vale più del rispetto della persona. Chi non crede questo, dovrà giustificare anche Nostro Signore Gesù Cristo, che si rivolse un giorno verso alcune persone del suo tempo chiamandole vipere e sepolcri imbiancati, (ossia belli fuori e marci dentro); ed altra volta disse ad altri che si dovessero ritenere “figli del demonio” (Gv 8,44). E parlava proprio a coloro che si presentavano con credenziali giuste per insegnare.
Si dirà: “ma Egli era Dio, e poteva ben giudicare e stigmatizzare quegli impostori, essendo Egli il legislatore, noi invece siamo tutti peccatori, e non possiamo giudicare chi ci viene ad insegnare in nome di Dio”.
A fronte di questa obiezione sta sant’Ignazio di Antiochia che, pur essendo un grande uomo di fede, era pur peccatore anch’egli, come tutti i figli di Adamo. Egli quindi metteva in guardia, con tutta l’umilità possibile, dagli usurpatori, che parlando nel nome di Dio ottengono il risultato di togliere le anime dalla Verità, ossia proprio dal Cuore di quel Dio che predicano.
Dobbiamo essere ben vigili, avendo a cuore la salvezza delle anime, nostre e dei nostri fratelli. Non dobbiamo quindi avere paura degli impostori, anche se prenderemo da loro dei colpi e saremo martellati, come dice il santo di Antiochia con l’immagine dell’incudine e del martello. Non importa. Anzi, i colpi saranno la garanzia che abbiamo colpito nel segno.
In sostanza, pur rimanendo umili e sapendo che siamo i primi noi ad avere bisogno della misericordia di Dio, non dobbiamo avere paura di nessun uomo, ma piuttosto tenere fede a quanto abbiamo appreso dalla Chiesa di sempre, una, santa, cattolica e apostolica.
Non a caso nella Lettera si parla di vincitori. Colui che bersagliato di colpi rimane saldo, alla fine vince. E’ detto. E’ scritto. “Questa è la vittoria che ha sconfitto il mondo: la nostra fede” (1 Gv 5,4).
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